mercoledì 9 aprile 2008

Il mio appello

Alle elezioni del 13 e 14 aprile, apparentemente, sembra che ci parteciperanno solo due forze politiche. Questa apparenza è dovuta in parte al pessimo meccanismo elettorale ed in parte alla distorta informazione sia pubblica che privata. La “logica del voto utile” non avrebbe ragione d’esistere se fosse in vigore una legge elettorale proporzionale e se tutte le forze politiche avessero le stesse opportunità e le stesse risorse per promuovere i propri programmi elettorali.
Perché, non si capisce il motivo per la quale un nuovo soggetto debba già essere considerato minoritario o perdente, anticipando di fatto il risultato elettorale. E non si capisce, peraltro, perché il sostegno ed il voto di un grosso imprenditore ( per esempio ) debba, indirettamente, valere di più di quello di un lavoratore salariato che non è nelle condizioni economiche di sostenere ( volontariamente ) il progetto politico che più lo rappresenta. Comprendo benissimo la complessità del problema, ma sono fermamente convinto ( e non credo di essere l’unico ) che il consenso elettorale, oggi, sia strettamente dipendente dalle apparizioni pubbliche, dalla pubblicità e dalla possibilità o meno di avere a disposizione ingenti risorse più di quanto lo sia dalla conoscenza, comprensione e condivisione dei programmi in campo. Questo sistema, insieme al già citato meccanismo elettorale, lede la democrazia e rischia di mettere a tacere e di fare scomparire sensibilità politiche, dal mio punto di vista, preziose ed indispensabili per la nostra società e per il progresso della civiltà. Una semplificazione del quadro politico è positiva ma una sua estrema e forzata riduzione a due “partiti-coalizione” sarebbe, semplicemente, il risultato di un premeditato inganno politico che nel medio e lungo periodo ripresenterebbe gli stessi se non più accentuati problemi. Per questi motivi una seria semplificazione del quadro politico non può e non deve nascere dall’imposizione forzata di una legge elettorale o da una fusione, tutta politicista, tra forze con visioni molto distanti su questioni dirimenti quali diritti civili, tutela ambientale, politiche del lavoro, politiche economiche ecc ( vedi PD-IDV-Radicali o PDL-Lega ). Questa semplificazione deve essere il risultato di un processo che porta a sintesi sensibilità politiche comunque affini. Diversi partiti, soggetti, associazioni, movimenti e personalità sia del modo politico, culturale che sociale hanno la potenzialità e l’opportunità di costituire una grande forza per un paese se e solo se sono disposti a condividere un progetto comune, se e solo se riusciranno ad avere un’unica voce sulle grandi questioni aperte e sulle prospettive da perseguire. Io credo che a sinistra siano mature le condizioni per fare questo passo, anzi, forse siamo in ritardo!
Credo, da un lato , che un voto UTILE alla Sinistra l’Arcobaleno possa facilitare questo processo e, dall’altro, preservare spazi di democrazia oltre che speranze di cambiamento. Le forze moderate non possono pretendere un voto per la “governabilità fine a se stessa”, non possono pretendere un voto per sconfiggere “l’avversario in quanto avversario”. Non si può pretendere un voto in nome di “un riformismo senza progetto”, ma stiamo attenti, anche noi dobbiamo fare la nostra parte e costruire un contrappeso sempre più forte e concorde. Il nostro successo dipenderà in modo essenziale dalla capacità che avremo di coinvolgere la gente, di permettere una partecipazione diretta e massiccia dei cittadini nella costituzione del nuovo soggetto della Sinistra e della produzione di un serio e concreto programma di alternativa per il paese. Proprio per questi motivi il processo deve essere aperto ed inclusivo perché solo in questo modo si ha la possibilità di rendere partecipi attivamente anche quelle persone che non si identificano nelle attuali formazioni ma che non si rassegnano, comunque, a fare scomparire una sinistra politica e culturale.
Bisogna, quindi, “correggere il tiro” ed esporci chiaramente per questa prospettiva, praticando ciò che finora, per diversi motivi, non abbiamo ancora fatto. Perché questo accada ci vuole un’iniziativa di tutti i soggetti interessati ( a me non piace il termine dal basso o dall’alto, non ne intravedo bene i confini e a volte penso si strumentalizzi il significato per opportunità ) che contribuisca a sgretolare quel muro che separa tra loro le attuali forze politiche e sociali. Deve essere un’iniziativa la cui forma e sostanza sia condivisa e che venga promossa da tutti indistintamente con il presupposto, necessario ma non sufficiente, di rinunciare ognuno alla propria autonomia politica e organizzativa, a favore del nuovo soggetto politico di Sinistra.
Un soggetto che a mio parere dovrà essere anticapitalista ( non me ne vorrà Veltroni o Fuxas ma la critica al capitalismo non è affatto decrepita ) e che dovrà dimostrare la sua reale irrazionalità coniugando il conflitto capitale-lavoro con quello capitale-natura e che dovrà, quindi, ripartire necessariamente dalla semplice constatazione che le principali risorse di cui disponiamo sono limitate. Un soggetto che metta alla pari i diritti sociali con quelli civili e che affronti il tema del lavoro nel senso ampio del termine: lavoro come possibilità di affermazione personale, lavoro come strumento di integrazione sociale, lavoro come elemento fondante della nostra società e lavoro come libertà di scelta. Una Sinistra che si rimetta in sintonia con la parte più sofferente del paese. Un soggetto che restituisca alla formazione e all’istruzione il proprio valore, inteso come capacità, per tutti e per tutte, di esplicare un’attività lavorativa ma anche di interpretare la società in cui viviamo, la possibilità di essere dotati degli strumenti adatti per comprendere, criticare il presente e proporne un’alternativa per il futuro. Un soggetto, infine, per la pace e l’amicizia tra i popoli. Perché nessuno dovrebbe permettersi di “esportare la democrazia” con la violenza e sacrificando, in nome di non so quale situazione migliore, la vita e la dignità di intere popolazioni, dove a pagare sono sempre gli stessi, in gran parte i civili, donne e bambini.

Questa è la Sinistra che vorrei e per cui credo che oggi valga la pena spendersi. Questa è la Sinistra del futuro, una promessa che oggi mi permette di avere tante energie e voglia di andare avanti. Questa è la Sinistra che rimette in moto il processo, quella che ridda speranza ai giovani, quella che dovrebbe ma che ancora non è!

Questo è il mio appello, ai giovani, alle donne, ai più adulti, agli operai, agli insegnanti, ai precari, ai lavoratori e anche a chi un lavoro non lo ha o lo ha appena perso, non rassegniamoci, cambiare si può cambiare si deve!

Aiutiamo la Sinistra l’Arcobaleno a muovere i suoi primi passi,
se non ora quando?
Michelino Piras